da admin | Set 5, 2013 | Avvocato di strada, Comunicati e dichiarazioni
Il consiglio provinciale della Provincia di Monza e Brianza ha approvato un’ordine del giorno per la promozione delle attività dell’Associazione Avvocato di strada e per la sensibilizzazione della cittadinanza sui temi della marginalità sociale.
“Premesso – si legge nell’ordine del giorno approvato – che l’organizzazione di volontariato “Avvocato di strada Onlus” è nata a Bologna nel 2001, che è attiva sul territorio di Monza e della Brianza dall’ottobre 2012 con uno sportello che svolge attività di tutela nei confronti delle fasce più deboli. Considerato che il servizio di tutela legale fornisce orientamento e supporto a persone in forte disagio sociale ed economico. Visto l’interesse per il servizio esplicitato dai sindaci della Provincia di Monza e della Brianza, il Consiglio Provinciale di Monza e della Brianza impegna il presidente e la Giunta a:
– convocare in audizione i rappresentanti di Avvocato di strada presso la sede istituzionale della Provincia alla presenza dei rappresentanti dei Servizi sociali dei Comuni del territorio provinciale, con il coinvolgimento dei rappresentanti delle organizzazioni del Terzo Settore;
– ricercare i fondi per un contributo ad Avvocato di strada per la realizzazione di una guida informativa che abbia per oggetto la presentazione del servizio stesso e di tutti i servizi presenti sul territorio (ad esempio servizio mensa, dormitori, etc);
– divulgare il servizio tramite il sito internet dell’Ente;
– ricercare sul territorio provinciale, in collaborazione con gli Enti locali, una sede funzionale alle esigenze del servizio stesso.”
“Ringraziamo il consiglio provinciale di Monza e Brianza per l’attenzione e la sensibilità mostrata verso le nostre attività – sottolinea il presidente dell’Associazione Avvocato di strada Antonio Mumolo – e ci auguriamo che in futuro, grazie all’approvazione di questo ordine del giorno, il lavoro dei nostri volontari diventi sempre più efficace e raggiunga tutte le persone che possono averne bisogno”.
ALLEGATO
Odg Consiglio Provinciale Monza e Brianza
da admin | Set 5, 2013 | Comunicati e dichiarazioni, Politica
Con la cancellazione della prima rata dell’IMU è stata compiuta una scelta profondamente sbagliata. Con un colpo solo, il governo è riuscito a realizzare il primo obiettivo del programma elettorale di Silvio Berlusconi e del PDL e ha deluso tutti quegli italiani che in un momento di crisi come quello attuale si aspettavano scelte più eque e misure strategiche per il lavoro e l’economia.
Invece di intervenire per alleggerire la pressione fiscale a chi lavora e a chi produce, una misura che avrebbe realmente aiutato le famiglie e la ripresa economica, il governo ancora una volta ha deciso di fare un favore a quelli che stanno meglio e che i soldi per pagare l’IMU li avrebbero avuti. Il dramma vero, tuttavia, emerge in tutta evidenza se si va a guardare su che cosa il Governo ha deciso di tagliare per compensare le mancate entrate dell’IMU: riduzione dei fondi per le assunzioni dei vigili del fuoco, tagli alla lotta all’evasione, al lavoro nero e alle frodi fiscali. Per non parlare del capitolo di maggior rilievo, trecento milioni in meno per la manutenzione della rete ferroviaria.
A questi provvedimenti che andrebbero assolutamente rivisti si aggiunge poi l’incredibile provvedimento che condona quasi due miliardi di euro alle società che gestiscono le slot machine e che erano state multate per aver evaso miliardi di tasse. Si costruisce in questa maniera un paese moderno? Sono queste le “riforme” che dovrebbero consentire all’Italia di far fronte alla crisi?
Invece di cambiare la legge elettorale e di assumere decisioni che consentano all’economia di ripartire (erano gli obiettivi che secondo i sostenitori delle larghe intese stavano alla base della nascita del Governo, qualcuno lo ricorda ancora?), il governo delle “lunghe attese” ha rinviato tutto il rinviabile, ha “salvato” un vicepremier come Alfano che in ogni democrazia occidentale avrebbe dovuto abbandonare per sempre la scena politica un minuto dopo l’emergere del caso Shalabayeva. Da un mese, poi, è totalmente ingessato dai ricatti del pregiudicato Berlusconi.
Arrivati a questo punto non si può che ammettere l’evidenza: aveva ragione chi fin dall’inizio si diceva contrario al governo, e alla logica stesse delle grandi intese. Con la decadenza di Berlusconi, che vogliamo sperare sia ormai assodata, si cambi la legge elettorale e poi si tiri una riga: l’attuale governo Letta-Alfano – così come annunciano gli esponenti del PDL insieme al loro capo Berlusconi – cessi un’esistenza sin troppo travagliata e contradditoria.
Thomas Casadei e Antonio Mumolo
Consiglieri regionali PD
Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna
da admin | Set 5, 2013 | Comunicati e dichiarazioni
“Un intervento armato esterno in Siria sarebbe un segno di impotenza della comunità internazionale”. I consiglieri regionali PD Thomas Casadei e Antonio Mumolo fanno proprio l’appello del Movimento Non violento che chiede all’Italia di fare il possibile perché i venti di guerra si arrestino e perché la pace in Siria venga ricercata senza ricorrere all’uso delle armi.
“Per anni le potenze occidentali hanno tollerato e addirittura sostenuto una dittatura che in Siria ha causato quasi 100mila morti. Non sono state tentate mediazioni e non si è fatto nulla per fermare la vendita delle armi alle fazioni in lotta. Ora – domandano i consiglieri – si pensa di far cessare la guerra civile con dei bombardamenti dall’alto che come sempre, farebbero vittime tra i civili e non farebbero che aumentare la tensione e l’odio?”
“Come sempre gli unici a guadagnare qualcosa da un intervento armato sarebbero i mercanti di morte che vendono armi e che escono vincitori da tutte le guerre. L’Italia, per una volta, si è espressa positivamente ricordando il ruolo delle Nazioni Unite e riconoscendo al Parlamento la sovranità delle scelte di politica estera. Ora – concludono Casadei e Mumolo – serve uno scatto: il Governo italiano chieda con forza alla comunità internazionale di sospendere la vendita delle armi a paesi in guerra e di rilanciare il ruolo delle Nazioni Unite”.